Terre di Otium, Anno Santo 2025: il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Quintiliolo



Le nostre terre, così vicine a Roma e al Vaticano, sono da sempre terre di devozione. Costellate da chiese di campagna, monasteri e conventi, raccontano di un mondo antico, dove il tempo scorreva lentamente e in armonia con la Natura. Terre povere, fatte di gente semplice, che venerava immagini sacre e festeggiava il santo patrono con processioni e momenti di preghiera, con allegria e voglia di stare insieme. Ancora oggi, è possibile immergersi nel silenzio e nella contemplazione e ritrovare quella semplicità, sentendoci parte della Natura e del Creato e partecipare a feste e celebrazioni che animano ogni borgo, nei diversi periodi dell’anno.

Il culto di Maria, particolarmente sentito, si ritrova in decine di edicole e “cone”, lungo le strade e nei crocevia che conducono ai paesi medievali, costruiti in cima ai colli. Molte chiesette sono intitolate alla “Madonna della Neve” e testimoniano del commercio della neve.

Ci sono poi, dei luoghi di culto “speciali”, i 4 Santuari Mariani, chiese giubilari per l’Anno Santo 2025, che fanno capo alla Diocesi di Tivoli e Palestrina.

A Tivoli, il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Quintiliolo: la protettrice dei raccolti.

Lasciando Tivoli e prendendo la via di Quintilio Varo, nota anche come “via dei poeti”, si percorre una strada piena di curve che regala un magnifico panorama sulla “Valle dell’Inferno”. Numerose piazzole permettono una sosta per godere della vista della Grande Cascata dell’Aniene. Prendendo la Via di Quintiliolo si incontra il santuario dedicato alla Beata Vergine di Quintiliolo. Il toponimo deriva dalla gens dei Quintilii proprietari della villa con relativo fondo del console romano, Quintilio Varo, i cui resti murari sono ben visibili a pochi metri dalla chiesetta.

Questo è uno dei luoghi più amati dai tiburtini, che ormai da secoli venerano qui la “loro” Madonna. A lei è dedicata una bellissima processione la prima domenica di maggio, che ricorda il profondo legame tra il mondo contadino e la Vergine di Quintiliolo, protettrice dei raccolti.

Di questa grande devozione si accorse, ai tempi del Grand Tour, lo scrittore francese Chateaubriand. In visita a Tivoli da Roma, una domenica del 1803, compose la “Preghiera del pellegrino”, ispirato da un devoto tanto assorto nella preghiera da non accorgersi della sua presenza.
La preghiera dice così: “O Dio del viandante, cui piacque d’essere adorato dal pellegrino in questo umile asilo, eretto sulle rovine del palazzo di un Grande della Terra. O Madre Addolorata, che fondasti il Tuo culto di misericordia nel podere di questo sciagurato romano, morto lungi dalla patria fra i barbari! Noi non siamo che due fedeli prosternati ai piedi del Vostro solitario altare.
Concedete a questo sconosciuto, che sembra così profondamente umiliarsi davanti alle Vostre grandezze, tutto ciò ch’ei Vi chiede e fate che i preghi suoi giovino a vicenda a sanare le mie infermità, sì che questi due cristiani senza conoscersi l’un l’altro, incontratisi qui per un solo istante della vita, e prossimi a separarsi per non rivedersi mai più sulla Terra, abbiano, quando si troveranno ai piedi del Vostro trono a meravigliarsi di doversi reciprocamente una parte del proprio bene, grazie ai miracoli della carità.” (da “Bellezze della Religione Cristiana” di F. V. di Chateaubriand).

Nella chiesa si conserva un dipinto su tavola, databile alla prima metà del XIII secolo, raffigurante l’immagine della Madonna tanto venerata. Questo dipinto, secondo una leggenda, sarebbe stato trovato da un contadino (S.Isidoro) mentre arava con i suoi buoi la terra posta nelle vicinanze dei ruderi della villa quintiliana. Gli animali ad un certo punto si sarebbero rifiutati di andare avanti inginocchiandosi in quanto, dai solchi della terra appena arata, era miracolosamente emerso il ritratto. Questa leggenda ne ricorda una simile legata al santuario della SS.ma Trinità sul Monte Autore: qui due buoi, mentre stavano arando, caddero nel precipizio sottostante ma si salvarono rimanendo miracolosamente integri grazie alle preghiere del loro padrone che aveva scongiurato l’intervento della Trinità. Le due leggende hanno una matrice comune: il mito in origine nato nel territorio di Subiaco fu dai monaci benedettini “esportato” in terra tiburtina insieme alla venerazione della Vergine del Giglio. È dunque storicamente accertato che la tavola, riproducente l’immagine della Madonna di Quintiliolo, fu donata dai padri benedettini di Subiaco. L’attuale santuario fu completamente rifatto tra il 1757 ed il 1766. Dal 2013 il Santuario è divenuto diocesano grazie all’intervento di Sua Eccellenza Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli.

 

ORARI MESSE

FESTIVI

8:30 11:00 17:30(inv) 18:00 (est)

FERIALI

7:30 17:30(inv) 18:00 (est)

 

RECAPITI

TELEFONO
0774 330312

INDIRIZZO
Via Maria SS.ma di Quintiliolo 4 - 00019 Tivoli (RM)

SITO WEB
https://santuariomadonnadiquintiliolo.com/




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